mercoledì 4 ottobre 2017

la teoria sistemica

la psicologia sistemica analizza la relazione educativa partendo da due presupposti (tipici dell'approccio sistemico o pragmatico-relazionale): tutto è comunicazione e il mondo psichico è una parte è un sistema, ossia una totalità nella quale il mutamento di una parte influenza tutte le altre. Secondo Paul Watzlawick, uno dei più noti esponenti dell'approccio sistemico, per spiegare un singolo fenomeno occorre prendere in considerazione tutto il suo contesto. Ciò significa che, per essere spiegato esaminando il contesto o i contesti di vita del ragazzo (la famiglia, la classe, il gruppo di amici ecc...)
Le indicazioni che la teoria sistemica fornisce all'educatore sono:

  • L'educatore, in classe, deve favorire la riorganizzazione interna ogni volta che un nuovo elemento turba l'equilibrio precedente.
  • nel gruppo egli deve individuare le persone-chiave, il cui mutamento di atteggiamento rende possibile il mutamento collettivo, e individuare gli aspetti aperti al mutamento sia per l'intero gruppo sia per il singolo allievo-senza minacciare l'identità più profonda.
  • Tiene sotto controllo l'ansia o stimola l'attenzione quando si presenta un problema o viene assegnato un compito: un'ansia eccessiva, infatti, può spingere alla fuga di fronte al compito da affrontare, mentre un livello troppo basso di ansia determinata una bassa motivazione. Ogni volta che un problema viene risolto, si crea un nuovo tipo di stabilità dinamica, una nuova organizzazione cognitiva, una diminuzione dell'ansia e una crescita dell'autostima. 
Sulla base di queste considerazioni l'approccio sistemico sottolinea come le abilità relazionali dell'educatore siano strutture internazionali, perché l'educatore deve essere in grado di interagire nel modo opportuno sia con il singolo sia con il gruppo. Inoltre deve controllare il circolo comunicativo che si stabilisce e orientarlo in una direzione comune affinchè tutti comunichino tra loro. Parliamo di "circolo comunicativo" perché la comunicazione non è unidirezionale, ma chi ascolta, reagisce (con domande, commenti, espressioni del viso ecc...), condizionando chi sta parlando.

la teoria umanista

la psicologia umanistica studia il comportamento del docente e i suoi effetti sull'alunno. Il principale esponente di questa corrente della psicologia. Carl Rogers, ha elaborato una forma di psicoterapia basata sul rapporto di parità tra terapeuta e paziente. Ispirandosi a questo approccio, un insegnamento,per risultare efficace e significativo, deve essere flessibile e spostare il suo interesse dai contenuti al protagonista della relazione educativa: l'alunno.
una pratica didattica ispirata alla teoria umanista, secondo Rogers, richiede tre atteggiamenti-chiave:

  • autenticità o congruenza;
  • considerazione positiva incondizionata;
  • comprensione empatica.
Questi atteggiamenti sono in stretto rapporto tra loro: l'educatore deve portarsi dal punto di vista dell'allievo (empatia), senza formulare giudizi perentori o imporre cambiamenti di comportamento (considerazione positiva incondizionata) tra l'immagine di sè e le proprie esperienze, divenendo più autentico e genuino.
Rogers sostiene che per questo la scuola deve"creare individui aperti alle novità e alle trasformazioni". l'educatore deve insegnare a imparare, cioè fornire gli strumenti metodologici necessari per usare consapevolmente le conoscenze. La relazione educativa ha quindi come compito di favorire la metacognizione, ossia l'autovalutazione dei risultati conseguiti.

la teoria psicoanalitica

secondo la psiconalisi, fondata da Sigmund Freud all'ìinizio del novecento, la classe è il campo di un incontro\scontro, che emergono attraverso una grande varietà di sintomi come ad esempio: esposizioni di collera, forme da mutismo, insuccessi scolastici ecc., eventi che possono sconcertare e sembrare privi di ragioni (e che suscitano commenti tipici, del tipo "Non me lo aspettavo!";"Proprio quel ragazzo che è sempre cosi tranquillo"...).
La psicoanalisi aiuta anche a chiarire la ricchezza della relazione educativa. Per esempio mette in luce i fenomeni di transfert (tipici della relazione terapeutica), con  i quali, a scuola i ragazzi proiettano sull'insegnate il rapporto che hanno con i propri genitori.
Nella scuola poi è possibile che si manifestino fenomi di proiezione: quando qualcosa, all'interno della nostra psiche, è avvertito come pericoloso, viene inconsapevolmente proiettato all'esterno.

la relazione educativa

Che cosa succederebbe se da domani la tua scuola abolisse le classi?
è possibile una scuola senza classi?
O si tratta di un esperimento destinato a fallire?
Sentiresti la mancanza del gruppo-classe o ti troveresti meglio?
L'attività scolastica si basa nella maggior parte dei casi su una routine ben definita, gli alunni sono divisi in classi, ogni classe ha la sua aula, l'insegnamento delle materie segue una cadenza oraria settimanale e così via. consapevoli  di quanto lo spazio e l'orario incidano sull'approvamento, alcune scuole dei paesi scandinavi hanno sviluppato una forma nuova di didattica a partire della definizione degli spazi. Queste scuole sono prive di aule, ma dotate di ambienti aperti, dove gli studenti possono muoversi liberamente, incontrano l'insegnante e ricevono indicazioni sul lavoro da fare.

le principali teorie educative-l'influenza degli altri

La relazione educativa è il rapporto che si crea all'interno del processo formativo tra i docenti e allievi e che influenza il rapporto tra gli studenti all'interno del gruppo classe. La relazione educative condivide  varie caratteristiche con tutte le altre forme di relazione sociale. non è semplicemente una interazione sociale occasionale, per esempio pensiamo a quando due persone in attesa dell'autobus si scambiano qualche parola, ma nasce da un'interazione sociale stabile, perchè i suoi protagonisti→insegnante e studenti si incontrano con una cadenza frequente e prestabilita, condividono spazi comuni, svolgono insieme un'attività e avanti così. Anche la relazione sociale sia nella comunicazione educativa esercita um'influenza sociale. 
la società sia nella relazione sociale sia nella comunicazione sociale, propone o addirittura impone modelli di comportamenti ai quali i singoli individui devono confermarsi, infatti agli studenti è chiesto di apprendere a gestire le proprie energie. Alcuni sociologi, quindi, hanno affermato che la scuola è il fondamentale anello di congiunzione tra società e individuo, la relazione educativa deve dunque preparare noi giovani a essere cittadini adatti a vivere nella società. Per tutte le scienze umane la costituzione  dell'individuo richiede relazioni sociale, perchè una persona acquisisce le proprie specificità all'interno di relazioni. Una relazione sociale si basa sulla comunicazione verbale e NON verbale.




Come allevare i bambini

Muhammad al-GhazzâlÎ, vissuto in un periodo leggermente posteriore a quello considerato in questa Unità, è il più noto tra i pedagogisti isl...