sabato 2 dicembre 2017

La motivazione

La motivazione ad agire

Noi per esprimere cosa ci spinge ad agire, usiamo varie parole: volontà, desiderio, passione, curiosità, interesse, bisogno, istinto ecc. Queste parole non sono sinonimi tra di loro, ma indicano i motivi delle nostre azioni, noi non agiamo mai senza un motivo. La psicologia però raggruppa queste parole sotto un unico concetto, quello di motivazione, cioè "l'insieme dei meccanismi biologici e psicologici che determinano l'azione, l'orientamento verso un obbiettivo, o l'evitamento, e infine, l'intensità della perseveranza: più si è motivati più l'attività è significativa e persiste nel tempo".
Il termine "evitamento" , è poco usato in italiano ma indica una persistente attitudine a evitare un pericolo invece di affrontarlo.
Le motivazioni dell'agire non sono tutte uguali, vengono infatti distinte per le loro origini. Alcuni fattori sono soggettivi, sono "dentro" di noi, come gli istinti, i bisogni, le tendenze personali, i tratti caratteriali, mentre i fattori oggettivi provengono "dall'esterno"; o perché provengono dall'ambiente fisico, o perché sono richieste dalla società. 
I vari fattori motivazionali, però, innescano un processo complesso di attivazione; l'individuo percepisce stimoli interni ed esterni, li valuta, stabilisce che cosa fare, quali obbiettivi vuole raggiungere e prende quindi una decisione operativa.
Lo studioso Julius Kuhl, ha distinto due tipi di orientamento motivazionale: uno centrato sull'azione, è proprio di individui in grado di realizzare con decisione i propri propositi. L'altro, centrato sulla situazione, è caratteristico di chi invece resta prigioniero, nel momento dell'analisi, delle possibili alternative e non riesce a passare all'azione.

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