
Questo brano è trattato dal primo libro de
Il Pedagogo. Clemente Alessandrino, direttore del
Didaskaleion di Alessandria d'Egitto, riprende l'espressione del
Vangelo di Giovanni che parla di Cristo come
Logos, cioè Verbo di Dio, ne individua tre funzioni, che ricordano una tripartizione stoica:
Logos protrettico, cioè "esortatore,
Logos pedagogo e
Logos didaskalikos, cioè "istruttore". A ciascuna delle tre funzioni doveva corrispondere un'opera; la terza però, che probabilmente doveva intitolarsi il
Maestro, non è stata mai scritta.
Clemente recupera il termine "pedagogo" nel significato greco di "guida": ma se il pedagogo greco accompagna a scuola l'allievo e lo segue nelle sue attività, qui il Pedagogo, che è Cristo, conduce a Dio, che è il maestro, colui dal quale proviene ogni realtà e ogni verità. Al pari di altri autori cristiani, Clemente riprende concetti e figure tipiche del mondo classico e li carica di significati nuovi, di tipo religioso e spirituale.
Bisogna tener presente che:
- Il pedagogo guida additando gli esempi positivi; il primo esempio in assoluto è il Cristo stesso.
- La distinzione tra Logos pedagogo e Logo istruttore è analoga a quella elaborata dalla pedagogia contemporanea tra "educazione" e "istruzione";
- Solo dopo che le stia stata garantita la salute, l'anima potrà accogliere la verità: è l'impostazione propria della Patristica secondo la quale la fede è preliminare alla conoscenza.
- Cristo si è incarnato in un uomo, ma a differenza deglio uomini era privo di peccato e non era turbato dalle posizioni.